Pubblichiamo un articolo, scritto d'estate scorsa su richiesta di una rivista toscana, che non ha ancora visto luce dopo diversi mesi.
di Yukari Saito
L'arte
di convivere con il terremoto
Più
di 10 anni fa, quando il Campanile in Piazza dei miracoli aveva
ancora i fili d'acciaio tiranti, dopo averne mandato un servizio alla
stampa giapponese parlavo con il redattore. «Se
la Torre si trovasse da noi, l'avrebbero smontato per ricostruirla su
una base più solida»,
commentava il mio interlocutore. Egli era assai colpito dal fatto che
vi si dedicasse così tante
energie in termini economici e intellettuali. Eravamo, tuttavia,
d'accordo che ricostruendola il monumento avrebbe perso il suo
fascino e l'unicità nel mondo.
Chi
arriva in Giappone dall'Europa noterà subito che la maggior
parte degli edifici sono di costruzione recente. E vi si
vedono i lavori di distruzione e di costruzione molto più
sovente che di restauri. Sarà
per i materiali usati, il legno e la malta per le case al
posto di pietre o mattoni,
ma la brevità della vita dei
palazzi in cimento armato dovrebbe trovare qualche altra spiegazione.
Le
apocalittiche scene dell'11 marzo 2012, le grosse onde nere che
spazzavano via le costruzioni insieme alle vite per centinaia di
chilometri di coste nel nord est del Giappone, potrebbero suggerirci
qualche chiave di lettura. Benché
quelli erano di una scala davvero eccezionale, i grossi sismi
devastanti erano noti a molti, almeno tra i meno giovani. Tant'è che
il terremoto occupa al primo posto tra i fenomeni più temibili
elencati in un proverbio. (Lo seguono il fulmine, l'incendio poi il
tifone, che un equivoco ci tramanda come padre autoritario.)
E' probabile che quello
spaventoso sisma ci abbia rafforzato la concezione fugace della vita
e il rifiuto - forse inconscio - di contare sull'eternità, le
caratteristiche già diffuse tra la popolazione dai tempi antichi. Si
prepara per il peggio con dei piccoli e a volte geniali accorgimenti,
ma quando succederà, succederà e c'è poco da fare...
Questa
rassegnazione davanti alle forze naturali indusse i giapponesi del
medioevo a pregare le divinità e a graziare i nemici (perché
credevano che fossero le maledizioni dei vinti a provocare le
calamità naturali).
E nell'età moderna, cercarono di sdrammatizzare
con la satira raffigurando il pescegatto come artefice delle scosse;
negli ultimi decenni, invece, si tende ad andare avanti escludendo
dal pensiero ogni probabilità di rischio (come hanno fatto le
autorità di controllo dell'energia atomica a lasciare a costruire 18
centrali con 54 reattori in un arcipelago pieno di faglie attive).
Sono passati 20 mesi esatti dal disastroso incidente nucleare di Fukushima in
Giappone.
Per molti di noi giapponesi la vita ha cambiato l'aspetto e il significato
dall'11 marzo 2011, quel giorno dei fenomeni sismici catastrofici
inimmaginabili.
Ma, dopo più di un anno e mezzo, se si stenta ancora a superare i traumi tanto
meno a riprendere la vita normale di prima, è dovuto soprattutto al nucleare.
Non soltanto per l'angoscia per la contaminazione radioattiva e il rischio
dell'ulteriore aggravamento delle situazioni precarie alla centrale di Fukushima Daiichi,
ma anche per
i comportamenti delle autorita' dopo l'incidente che hanno distrutto e
devastato la fiducia quasi incondizionata
che molti cittadini ponevano in loro.
Di per sé forse non èpoi
così negativo perché sono riusciti a
svegliare in molti la consapevolezza della propria responsabilità politica e
sociale.
Un esempio è stato dimostrato due giorni fa: domenica 11 novembre sono state
svolte oltre 230 manifestazioni e iniziative contro il nucleare in tutto
l'arcipelago.
La maggiore partecipazione si è vista nel cuore di Tokyo dove sotto una pioggia
gelida circa 100 mila cittadini hannocircondato vari palazzi del potere a cominciare dal
Parlamento e dal Palazzo del primo ministro, nonostante l'ostruzionismo
dell'amministrazione locale guidata dalla destra nazionalista che gli aveva negato l'uso del giardino pubblico proposto come luogo di appuntamento per un grande corteo.
Qualcuno dice: dimentica la pioggia che cadrà
sul bambino
忘れてしまいなさいと誰かが言う これからこの子が吸う風のことを
Qualcuno dice: dimentica il vento che
respirerà il bambino
忘れてしまいなさいと誰かが言う これからこの子が口にする食べ物のことを
Qualcuno dice: dimentica il cibo che mangerà
il bambino
そして忘れてしまいなさいと誰かが言う
Qualcuno dice: e poi dimentica
この国はこんなにもあっさりと人を見捨ててしまえるという事実を。
la realtà di questo paese, capace di abbandonare le persone così
facilmente.
in Piazza del Carmine a Firenze viene letta la poesia in italiano e inglese
でも、福島
Però, Fukushima
私たちは忘れない
Noi non dimentichiamo
母乳から放射能が出たとむせび泣くあのお母さんを
La madre che singhiozza perché il suo latte è contaminato
私たちは忘れない
Noi non dimentichiamo
わが子を被曝させてしまったと、自分を責めるあのお父さんを
il padre che si accusa perché ha esposto il figlio alle radiazioni
私たちは忘れない
Noi non dimentichiamo
外で遊びたいとせがむあの女の子を
La bambina che pretende di giocare fuori
私たちは忘れない
Noi non dimentichiamo
どうか福島を見捨てないでください、たすけてくださいと叫んだあの男の子を
Il bambino che ha gridato "per favore,
non abbandonate Fukushima, aiutateci”
そして私たちは忘れない
Inoltre, non dimentichiamo che
この全ては、間違いなく私たち一人一人が原発に加担し、見過ごし,
自分たちだけの豊かさに耽ってきた結果であるという事実を。
Tutto questo è il risultato del comportamento
di ognuno di noi. Siamo stati complici
delle centrali nucleari,nonabbiamo capito e ci siamo preoccupati
soltanto di arricchirci
私たちを信じ切って笑いかけてくる子どもたちに、あやまっても、あやまっても
つぐなえない未来を押し付けてしまうこの情けない現実の中で
In questa realtà deplorevole siamo costretti
a lasciare ai bambini
- che ci sorridono e sonopieni di fiducia in noi -
un futuro che non si può cambiare neanche
chiedendo scusa e ancora scusa
でも、それでも、
今、ごめんなさいから始めよう。
Tuttavia, comunque,
Ora, vogliamo iniziare chiedendo scusa
ナムアミダブツの風を受けて、原発はあかんと声を上げよう。
Pregando Namu Amidabutsu* perché ci dia la
forza, diciamo: No all'energia nucleare
ナムアミダブツの光を受けてひとりひとりが輝こう。
Pregando Namu Amidabutsu* perché ci dia la
luce, faremo splendere ognuno di noi
忘れなさい 忘れなさいと誰かが囁くこの社会の中で
In questa società in cui qualcuno sussurra:
dimentica, dimentica
でも、忘れない 福島!
noi invece non dimentichiamo Fukushima!
*Namu Amidabustu= prendo rifugio in
Amida** Buddha
**Amida, in
sanscrito Amitabha, è il Buddha della Luce Infinita e
della Vita Eterna. Egli è anche il Signore della Terra Pura (i
cui ideogrammi
in giapponese significano il concetto di “terra incontaminata”)
“Confessione” è stata scritta da un monaco
dopo aver partecipato a una conferenza di Ruri Sasaki e di suo marito che
abitano tuttora a Nihonmatsu (50km dalla centrale nucleare di Fukushima) con i
loro cinque bambini.
traduzione dal giapponese in italiano di
Umi Amanuma, Carlo Gustavo Draghi, Yoko Shimada, Nicola Petilli e Yukari Saito
traduzione inglese letta alla manifestazione di Gerry Blaylock
A conclusione dell'incontro
di Firenze 9 novembre della nascita del nucleo promotore
della rete antinucleare europea e' stata affrontata la seguente risoluzione
come
sostegno alla manifestazione giapponese dell'11 novembre.
Fukushima, dopo Three Miles Island e Chernobyl, costituisce lo spartiacque
definitivo per l'abbandono del nucleare a livello planetario.
La conquista della piazze da parte dei cittadini giapponesi ha un significato
ed
una valenza globale, perche' esprime una volonta' dal basso che il modello
nucleare, antidemocratico e ostile alla trasparenza delle informazioni,
non puo' tollerare ne' sostenere.
E' gia' successo in Italia quando grandi manifestazioni nel 1987 hanno
consentito di bloccare con referendum le centrali atomiche in funzione.
E' successo un anno fa, con un referendum contro il nucleare che
ha portato al voto ben 27 milioni di cittadini.
Chiudere il nucleare - che e', tra l'altro, una fonte oggi indispensabile in
nessun paese
al mondo con un'unica eccezione di Francia - e' un grande contributo alla pace
nel mondo, per svelare le connessioni perverse fra la produzione di energia
elettrica e la produzione di ordigni nucleari.
Ed e' un contributo per la svolta necessaria rispetto al modello energetico
centralizzato fondato sui fossili e l'atomo, alla base del cambiamento
climatico
e di un drammatico attacco alla salute e alla natura:
Energia per la vita, non energia di morte!
Pace nel mondo, non minacce di guerre apocalittiche!
Energie rinnovabili, risparmio energetico, governo democratico e locale
dell'energia,
lavoro dignitoso e occupazione amica dell'ambiente!
Partecipiamo, dunque virtualmente, convinti e grati alla vostra manifestazione!
Video registrato della rappresentazione del teatro in cartoni 'Sogno di Yuzu' dello scorso 9 novembre nell'ambito di Firenze 10+10:
una storia 'vera' di Fukshima scritta da Tomoko Omata, disegnata da Akiko Kayano e realizzata da Firenze Happy Bimbi. La traduzione italiana e' dell'opera di Tomoko Omata e Yoko Shimada con supervisione diChiara De Gregorio.
Gli attori che hanno collaborato per la serata sono Elena Barghini, Vieri Favini e Antimo Pietroluongo, assistiti da Kanako Shimamura e Mariko Itagawa.
Saremo
al Firenze 10+10 per ricordare Fukushima, per chiamare l'attenzione
alla seconda conferenza globale per un mondo libero dal nucleare
(Fukushima-Tokyo 15-16 dicembre) e per annunciare un'iniziativa globale
contro nucleare proposta dai giapponesi per il prossimo 9 marzo 2013.
Per la sera di venerdì 9 alle 21 nella sala Scherma alla Fortezza da Basso ci sarà' una
rappresentazione di teatro di cartoni (Kami shibai) che racconta una
storia di un albero e un ragazzo di Fukushima, (ingresso libero)
n Giappone agli organizzatori delle iniziative dell'11.11. Per la sera di sabato 10 dalle 19 ca. in Piazza Santo Stefano (sempre a Firenze) ci sarà' un concerto e una serie di testimonianze dei partecipanti. Noi
saremo con una lettura di poesia 'Confessione' scritta da una signora
di Fukushima (traduzione in italiano) e un appello. L'intervento sarà inviato agli organizzatori della mega-mobilitazione di Tokyo.
Inoltre, saremo al Fortezza da Basso per fornire
informazioni aggiornate su Fukushima e sui movimenti antinucleari
giapponesi.