mercoledì 25 gennaio 2012

Non dimenticate di Fukushima: una pagina dolorosa della storia dell'umanità


                                                                                vai a vedere l'album della visita

Se questo è un uomo?                                      

«L’uomo imparò a coltivare la terra. Imparò ad allevare gli animali. Coltivare e allevare sono due atti che ci rendono umani. Un giorno però si è reso impossibile coltivare, allevare o pescare, nonostante la terra, gli animali e i pesci siano sempre lì. Com’è possibile, allora, non chiederci se questo è ancora un uomo?» Si interroga Jotaro Wakamatsu, poeta di Fukushima, residente appena fuori della zona off limit 20 chilometri dalla centrale nucleare teatro del disastro cominciato l’11 marzo del 2012.

Forse pochi sanno che la provincia di Fukushima, divenuta famosa come fonte di contaminazione radioattiva, era un’area di avanguardia giapponese per l’agricoltura biologica, con 200 aziende attive e altre 500 in via di conversione.
(c) Yukari Saito    

domenica 22 gennaio 2012

sabato 21 gennaio 2012

Dichiarazione di Yokohama per un mondo libero dall'Energia Nucleare


Traduzione in italiano             (di Carlo Gubitosa)

L'11 marzo 2011, il terremoto, lo tsunami e il conseguente meltdown alla centrale nucleare Fukushima Daiichi, hanno causato grandi sofferenze alla popolazione giapponese, incrementando la contaminazione radioattiva a livello globale. Questi eventi hanno lanciato un allarme mondiale riguardo i rischi che l'energia nucleare pone a lungo termine per la salute, l'ambiente e l'economia.

il testo in inglese: http://npfree.jp/download/yokohama_declaration_en.pdf
il testo originale in giapponese: http://npfree.jp/download/yokohama_declaration.pdf

mercoledì 18 gennaio 2012

Stampa in lingua inglese su Global Conference for Nuclear Free World

The Asahi Shimbun: POWER TO THE PEOPLE: Conference to present vision of a nuclear-free Japan

http://ajw.asahi.com/article/behind_news/AJ201201130018


Un mondo senza il nucleare è possibile



L’alba di una piccola rivoluzione globale?

Global Conference for a Nuclear Free World a Yokohama (Giappone) conclusasi con “Dichiarazione di Yokohama”. Un successo significativo.


Mai più

“I giapponesi hanno avuto per ben cinque volte le esposizioni al nucleare: Hiroshima, Nagasaki, Atollo di Bikini (Daigo Fukuryu-maru), Tokaimura (l’incidente alla centrale atomica della JOC nel 1999), poi Fukushima. Per le prime tre siamo stati vittime, ma con Fukushima siamo diventati, purtroppo, i veri carnefici inquinando il Pianeta”. Ricorda Chizuko Ueno, nota sociologa giapponese, dal palco della sessione plenaria di chiusura. “Ma, questa conferenza mi ha dato fiducia su tre punti: Uscire dal nucleare è possibile; le alternative al nucleare sono a portata di mano; e infine, forse noi cittadini siamo in grado di decidere il nostro futuro e di assumercene la responsabilità smettendo di delegare ai politici”.

11.500 partecipanti (ingresso a pagamento a partire da 15 euro a giorno) in due giorni contro i diecimila che gli organizzatori speravano; in più oltre centomila da tutto il mondo l’hanno seguito per Internet TV; Una cinquantina sono state le sessioni tra le conferenze e i concerti live, le proiezioni dei film e le performance artistiche, tutte le sale riempite; Erano accompagnate da più di cinquanta incontri di vario genere e da numerosi banchetti e dalle iniziative collaterali per i bambini e gli adulti, autogestiti da un centinaio di gruppi e associazioni, giapponesi e non. (Tra questi c’erano una ventina di gruppi venuti da Fukushima); Nel pomeriggio di sabato, invece, circa cinquemila cittadini hanno attraversato in centro di Yokohama formando un corteo contro il nucleare. Una kermesse assistita da circa trecento volontari.

Sono le cifre della Global Conference for a Nuclear Free World, promossa da sei organizzazioni non governative giapponesi, quali Peace Boat, Institute for Sustainable Energy Policies (ISEP) Green Action, Citizens’ Nuclear Information Center, FoE Japan e Greenpeace Japan, aperta dalle 13 del sabato 14 fino alle 20.30 della domenica 15 al Pacifico Yokohama, una grande struttura congressuale vicino allo storico porto. Un notevole successo, si può definire, considerati pochi mesi che hanno avuto per prepararlo tutto.
                                                                                                                                   (c) Yukari Saito    
  ragazzi di Fukushima sul palco della sessione plenaria di apertura
Dice un ragazzo di dieci anni, "Vorrei chiedere ai signori politici potenti:
Quale e' piu' importante tra la vita e il denaro? Io non voglio ammalarmi, 
voglio vivere e crescere sano per poter fare da adulto 
le cose utili per il benessere degli altri."


versione il manifesto:
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20120120/manip2pg/09/

giovedì 12 gennaio 2012

Il drago riuscirà a cacciare via il nucleare?


L’anno appena iniziato è, in Giappone (e in alcuni paesi nell’Oriente), anno del dragone, animale di fantasia con un aspetto minaccioso che i giapponesi considerano come un loro protettore contro le afflizioni della vita. 

A capodanno molti gli hanno, difatti, dedicato una prega, forse più fervore del solito, sperando che cacci via tutte le sfortune che hanno toccato al paese nel 2011.

Con uno spirito sicuramente meno superstizioso ma carico di altrettanta speranza sei associazioni giapponesi antinucleari, tra le quali Peace Boat e Greenpeace Japan, hanno organizzato per questo fine settimana Global Conference for a Nuclear Free World. 

A Yokohama, la città portuale confinante con Tokyo, si aspettano dieci mila partecipanti in due giorni.

“Volevamo lanciare un messaggio forte all’inizio dell’anno per incoraggiare una svolta radicale dal basso”, dice Akira Kawasaki, uno degli rappresentanti di Peace Boat, l’artefice principale dell’iniziativa. “Come nel secondo dopoguerra quando i migliori scienziati si sono dati alle ricerche di fisica nucleare sperando di trovarvi una ricetta per riportare il benessere al Paese, ora, dobbiamo radunare tutte le nostre risorse per trovare una soluzione alternativa al nucleare. Volevamo proporre questa conferenza come una fonte di speranza tra i cittadini che desiderano l’uscita dalla dipendenza dal nucleare ma hanno dei dubbi sulla fattibilità. Desideriamo che diventi un luogo del primo brain storming che coinvolge tutti soprattutto i giovani”.