Comunicato stampa – 26 febbraio 2012
Fra due settimane arriva il primo anniversario dello
scoppio del terribile incidente alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi in
Giappone.
Centro di documentazione “Semi sotto
la neve” v’invita a contribuire a delle
iniziative per ricordare l’anniversario.
È d’importanza vitale far sapere agli (ex-) abitanti della Provincia distrutta e alla società
civile giapponese che non sono soli e che la solidarietà arriva
anche da voi, dall'Europa.
In seguito troverete alcune proposte e raccomandazioni da parte del
nostro Centro.
COSA POTETE FARE DALL’ITALIA NEI PROSSIMI GIORNI:
A) leggere e diffondere la Dichiarazione di Yokohama:http://semisottolaneve.blogspot.com/2012/01/dichiarazione-di-yokohama-per-un-mondo.html
ribadendo in particolare il punto n. 8, l'invito a promuovere azioni in tutto il mondo per dire NO al nucleare.
Non occorre che siano azioni impegnative, basterebbe QUALCHE ATTO SIMBOLICO che trasmetta il messaggio e aiuti la gente a ricordare le emergenze nucleari (superate neanche in Italia).
B) diffondere l'invito a promuovere qualche azione o fare una vostra proposta di azione invitando gli altri ad aderire;
C) il Centro di documentazione vuole creare una MAPPA EUROPEA delle AZIONI PER L’ANNIVERSARIO promosse in sostegno alla Dichiarazione e raccoglie le informazioni su iniziative promosse in Europa per poter riferirla ai giapponesi in segno di solidarietà: potete contribuire facendo pervenire le segnalazioni delle iniziative (data/luogo/promotori/link ecc.) a info@semisottolaneve.org
Sarebbe fantastico se le segnalazioni ci giungessero quanto prima, comunque preferibilmente entro mercoledì 7 marzo.
D) Eventualmente, preparare una dichiarazione 'Europea' simile a quella lanciata dai 311 dell'East Asia: http://npfree.jp/download/EastAsai311Declaration_EN.pdf
per promuovere una denuclearizzazione dell'area e pubblicarla attorno al'11 marzo per raccogliere adesioni dei cittadini.
In ogni caso, se contattate altre
organizzazioni o esperti del nucleare, vi chiediamo di ricordargli alcuni punti (a prescindere
dall'anniversario):
1) l'emergenza di Fukushima e di tutto
il Giappone orientale, purtroppo,
non è affatto rientrata nonostante i tentativi
disperati del governo di Tokyo di far credere il contrario sia alla
popolazione sia a tutto il mondo;
2) le vittime - in modo diretto e indiretto - avranno bisogno d'aiuto di vario genere: le servirà tutto il sapere umano - medico, giuridico, psicologico, sociale e politico ecc. - su come prevenire i ulteriori danni, su come curare e ridurre quelli già subiti potrebbe essergli molto utile.
Per la gente di Fukushima (e d’intorno), però, la paura maggiore in questo momento è che la questione possa essere archiviata come fatti che riguardano soltanto loro e di essere dimenticata dal resto del mondo (nonostante i problemi più gravi verranno fuori in futuro).
Se ognuno delle organizzazioni/degli esperti avesse dei contatti in Giappone, potrebbe essere utile comunicargli la disponibilità di offrire loro qualche aiuto.
Come è successo dopo Chernobyl, sarebbe di grande aiuto se si creasse un network degli esperti e della società civile disponibili a dare sostegni a Fukushima negli anni a venire.
3) Riguardo al governo giapponese, oltre a ogni invito, raccomandazione, esortazione ecc. a proteggere meglio la popolazione (e i turisti) dalla contaminazione radioattiva, si potrebbe promuovere in Europa una specie di osservatorio e/o una campagna per impedire l'esportazione degli impianti nucleari made in Japan, visto che tra i possibili clienti ci sono la Turchia, la Lituania e la Giordania, paesi non troppo lontani dall'Italia (Europa).
Vi ricordiamo che anche la stentata e forzata dichiarazione del governo giapponese dell'allarme rientrato (a scapito della salute delle persone in Giappone) ha uno scopo ben preciso: di portare avanti i progetti d'esportazione (della merce ormai difficilmente vendibile sul mercato interno).
2) le vittime - in modo diretto e indiretto - avranno bisogno d'aiuto di vario genere: le servirà tutto il sapere umano - medico, giuridico, psicologico, sociale e politico ecc. - su come prevenire i ulteriori danni, su come curare e ridurre quelli già subiti potrebbe essergli molto utile.
Per la gente di Fukushima (e d’intorno), però, la paura maggiore in questo momento è che la questione possa essere archiviata come fatti che riguardano soltanto loro e di essere dimenticata dal resto del mondo (nonostante i problemi più gravi verranno fuori in futuro).
Se ognuno delle organizzazioni/degli esperti avesse dei contatti in Giappone, potrebbe essere utile comunicargli la disponibilità di offrire loro qualche aiuto.
Come è successo dopo Chernobyl, sarebbe di grande aiuto se si creasse un network degli esperti e della società civile disponibili a dare sostegni a Fukushima negli anni a venire.
3) Riguardo al governo giapponese, oltre a ogni invito, raccomandazione, esortazione ecc. a proteggere meglio la popolazione (e i turisti) dalla contaminazione radioattiva, si potrebbe promuovere in Europa una specie di osservatorio e/o una campagna per impedire l'esportazione degli impianti nucleari made in Japan, visto che tra i possibili clienti ci sono la Turchia, la Lituania e la Giordania, paesi non troppo lontani dall'Italia (Europa).
Vi ricordiamo che anche la stentata e forzata dichiarazione del governo giapponese dell'allarme rientrato (a scapito della salute delle persone in Giappone) ha uno scopo ben preciso: di portare avanti i progetti d'esportazione (della merce ormai difficilmente vendibile sul mercato interno).
Grazie per l’attenzione e per
la vostra collaborazione.
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