giovedì 7 agosto 2014

I dragoni atomici che perseguitano il Giappone

di Marina Forti (pubblicato su Pagina99.it)


Come ogni anno, il 6 agosto la piccola Ayumi Hoshino va a scuola, dove gli insegnanti parlano della prima bomba atomica mai sganciata su degli esseri umani, nel 1945 a Hiroshima. Ma Ayumi è curiosa, e scopre che i dragoni atomici si sono risvegliati a Fukushima... Un manga pacifista e antinucleare
 
Come ogni anno, il 6 agosto la piccola Ayumi Hoshino interrompe le vacanze estive per andare a scuola. Gli insegnanti parlano della bomba esplosa il 6 agosto del 1945 sulla città di Hiroshima, la prima bomba atomica mai sganciata su degli esseri umani (la seconda è arrivata solo tre giorni dopo, su Nagasaki). La piccola Ayumi sentirà rievocare la storia dell'attacco atomico, lo shock, la devastazione, i morti: alla fine di quell'anno si contavano 140mila vittime a Hiroshima e 74 mila a Nagasaki, circa la metà morti nell'arco di un giorno dall'esplosione. Per coloro che sono stati esposti alle radiazioni, gli hibakusha, è rimasta una scia di sofferenze attraverso diverse generazioni. Di tutto questo sente parlare la scolaretta - è il giorno in cui tutti ripetono «mai più»...

Ayumi però è una bambina curiosa e non si ferma lì. Con i capelli a caschetto e gli occhiali, a volte un po' secchiona ma simpatica, con l'aiuto di un vecchio professore scopre i rudimenti della fisica atomica, protoni ed elettroni, la scissione e la fissione, la reazione atomica, l'incredibile energia che può derivarne, il rischio rappresentato dalle radiazioni. Un giorno resta di sasso quando va al mare con un'amichetta ma viene respinta: vietato entrare in acqua, la spiaggia è recintata e uomini con tute protettive stanno misurando il livello di radiazioni rilasciate dalla centrale di Fukushima Daiichi dopo l'incidente. A casa intanto i genitori sono incerti se mangiare gli ortaggi di quella zona. Già, anche una centrale nucleare può disperdere pericolose radiazioni...

In breve, la forza sprigionata dalla reazione atomica prende per la bambina l'aspetto del leggendario dragone, l'animale mitico che governa il vento, la nuvola, la pioggia, il tuono e fulminee qui la tecnologia si trasforma in forza diabolica. Bombe o centrali elettronucleari, i dragoni dormienti nei cieli sono stati risvegliati da umani presuntuosi convinti di poter controllare la natura: bisogna fermare la furia, vanno riportati sotto controllo.

La piccola Ayumi è la protagonista di un manga, una storia a fumetti: I dragoni atomici di Fukushima disegnato da Yuka Nishioka, professoressa all'università di Nagasaki e autrice di strisce a fumetti (pubblicato in Giappone nel 2012, è ora tradotto in italiano a cura del Centro di documentazione «Semi sotto la neve» di Pisa).
Un manga per molti aspetti didattico, per la competenza con cui spiega al lettore cosa è l'energia atomica e le conseguenze delle radiazioni (l'autrice si è avvalsa di una supervisione scientifica). E per la ricostruzione storica: come un paese ancora sotto shock per gli attacchi atomici ascolta il discorso del presidente americano Eisenhower sugli «atomi per la pace» (nel 1953) e si getta nello sviluppo del nucleare civile (può sembrare incredibile, ma la prima expo sull'uso pacifico del nucleare si tiene proprio a Hiroshima, nel 1958: è da allora che i giapponesi si sono sentiti raccontare che c'è un'energia atomica cattiva, quella delle bombe, e una buona, quella delle centrali elettriche). Ma è anche una storia dove il lieto fine va costruito.

I dragoni atomici di Fukushima è un manga con uno scopo. L'autrice, nata a Nagasaki nel 1965 e cresciuta con i racconti degli hibakusha, spiega che il mondo è cambiato per lei l'11 marzo 2011, quando anche nella sua città è scattato l'allarme tsunami che ha colpito il Giappone nord-orientale. L'incidente alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi le ha fatto rivivere il terrore delle radiazioni, l'angoscia, l'indignazione, la disperazione, scrive Yuka Nishioka. «Mi sembrava che il momento richiedesse un esame di coscienza a noi, nati e cresciuti nei luoghi colpiti dall'atomica», spiega: «Come potevo sottrarmi alla responsabilità per l'incidente se avevo tollerato l'energia nucleare, convinta che non potessero mai esserci incidenti nelle centrali?» Anche lei, come la sua Ayumi, allora ha cercato le informazioni che erano state nascoste a tutti i giapponesi – è nata così la storia dei «dragoni atomici». (Il manga I dragoni atomici di Fukushima. Dire addio alle bombe e all'energia nucleare si può comprare qui).

La Costituzione pacifista sta perdendo i pezzi. In questi giorni, a 69 anni dall'attacco atomico di Hiroshima e Nagasaki, tra tante commemorazioni e parole di pace, non molti hanno fatto notare che il Giappone sta modificando la sua Costituzione pacifista, quella varata dopo la Seconda guerra mondiale, che esclude la guerra come risoluzione delle controversie internazionali (è molto più radicale della Costituzione italiana, perché nega allo stato il diritto di entrare in guerra). Una svolta decisiva è quella voluta dal premier ultra-nazionalista Shinzo Abe, che il primo luglio ha decretato un cambio di «interpretazione» della Costituzione abrogando il divieto per i soldati giapponesi di impegnarsi in operazioni di combattimento all'estero.

Ora il Giappone può mandare i suoi soldati a combattere in ogni angolo del pianeta, fa notare Yukari Saito, del Centro di documentazione Semi sotto la neve. Non solo, Shinzo Abe sta attivamente promuovendo l'export di tecnologia nucleare giapponese. Per questo, scrive Saito, quest’anno «molti giapponesi stanno affrontando gli anniversari di Hiroshima e Nagasaki con uno stato d’animo assai diverso dal passato».

I dragoni della guerra rischiano di svegliarsi.

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