martedì 27 maggio 2014

Sbarco dei "Dragoni Atomici di Fukushima", l'edizione italiana del fumetto di Yuka Nishioka

   Siamo lieti di poter annunciare che finalmente sono arrivate dalla tipografia genovese le copie della nuova pubblicazione del Centro di documentazione:
I DRAGONI DI FUKUSHIMA di Yuka Nishioka, il secondo fumetto antinucleare che nasce dalla collaborazione con l'Associazione Altrinformazione con la quale abbiamo presentato al pubblico italiano "No alla Guerra No al nucleare" di Rokuro Haku (ormai più di 3 anni fa).



L'autrice del fumetto è Yuka Nishioka, artista e
attivista dei movimenti pacifisti di Nagasaki che ci ha regalato anche una breve prefazione dal pugno di un suo anziano collega, Susumu Nishiyama, sopravvissuto della bomba sganciata sulla loro città.
Il volume, molto adatto sia ai ragazzi che agli adulti, è accompagnato da una postfazione commovente dell'autrice che racconta come aveva vissuto l'incidente di Fukushima da cui è nata questa opera.
d

La stampa di questo volume è stata realizzata dal progetto di crowd-funding organizzata dal nostro editore l'Associazione Altrinformazione. Grazie a tutti che hanno sostenuto il progetto.

Per procurarsi delle copie non prenotate e organizzare un incontro di presentazione, potete scrivere a info@semisottolaneve.org.

(Il prezzo di copertina è al massimo di 15 euro).

martedì 11 marzo 2014

Al Terzo Anniversario di Fukushima 3: Dire Addio ai dragoni atomici di Fukushima attraverso un fumetto


La terza iniziativa del Centro di documentazione per ricordare l'anniversario del disastro sismico nucleare giapponese è dedicata a un animale: "I dragoni, animali favolosi e sacri che governano il vento, la nuvola, la pioggia, il tuono e il fulmine, si trasformano in bestie demoniache attraverso la tecnologia occidentale. I dragoni atomici, l'incarnazione dell'energia nucleare che non possiamo controllare, resteranno ancora nella nostra vita futura sotto forma di armi e centrali atomiche? Se non ci interroghiamo seriamente a partire da ora sulla civiltà contemporanea e sul nostro modo di vivere, e se non fermiamo subito ciò che va fermato, i dragoni atomici distruggeranno il futuro e la Natura che abbiamo il dovere di lasciare ai posteri". 

Le parole sono di Yuka Nishioka, una fumettista e pacifista di Nagasaki che esattamente 2 anni fa aveva pubblicato questo manga Addio, i dragoni atomici: storie delle armi e dell'energia nucleare (titolo originale) in Giappone.
Il Centro di documentazione ha voluto far conoscere l'opera al pubblico italiano con l'aiuto dell'associazione Altrinformazione, già coeditrice dell'altro volumetto No alla guerra, no al nucleare: Le armi all'uranio impoverito che distruggono l'uomo e l'ambiente uscito anch'essa 2 anni fa (e felicemente esaurito in pochi mesi).

E proprio oggi, al terzo anniversario del disastro di Fukushima, il nostro co-editore Altrinformazione lancia una campagna di crowd-funding per pubblicare e diffondere l'edizione italiana "I DRAGONI ATOMICI DI FUKUSHIMA: DIRE ADDIO ALLE ARMI E ALL'ENERGIA NUCLEARE".


 Pubblichiamo in seguito il Comunicato stampa sul progetto:

Per ricordare il terzo anniversario del disastro di Fukushima, partecipa anche tu alla traduzione italiana del manga di Yuka Nishioka "I Dragoni atomici di Fukushima", promossa dalle associazioni "Altrinformazione" e il Centro di documentazione Semi sotto la neve come iniziativa di sensibilizzazione sui temi del rischio nucleare.

Il volume a fumetti sarà prodotto come iniziativa no-profit in una edizione di qualita' a tiratura limitata attraverso la piattaforma di "crowd-funding" Produzioni dal Basso.

                      qui è il sito: http://produzionidalbasso.com/pdb_3532.html

Le prenotazioni del libro saranno raccolte a partire dall'11 marzo (anniversario del disastro nucleare di Fukushima) fino al lancio ufficiale della pubblicazione che avverrà il 26 aprile (anniversario del disastro nucleare di Chernobyl).

Al Terzo Anniversario di Fukushima 2: Portare "The Will" al Cinemambiente di Torino

La nostra seconda iniziativa per il terzo anniversario del disastro nucleare di Fukushima consiste nell'aiuto che il Centro offre al film "The Will: If Only There Were No Nuclear Plant" [tr. it. Il testamento: Tutto questo si poteva evitare (senza le centrali nucleari)] per entrare in contatto con il pubblico italiano. Infatti, il film sarà proposto alla festival Cinemambiente 2014 di Torino. http://www.cinemambiente.it/
Speriamo che l'opera serva a Non dimenticare Fukushima e aiuti gli spettatori a conoscere le conseguenze di una politica nuclearista. 


Presentazione del film:
800 giorni di vita a Fukushima sin dal giorno successivo al disastro nucleare. 800 giorni di lotta degli abitanti contro un nemico invisibile, che si chiama radiazione. Ma la radiazione non era soltanto un nemico invisibile, come si scoprirà nel testamento di un allevatore che si tolse la vita lasciando uno scritto sul parete della sua capanna: "Tutto questo si poteva evitare (senza le centrali nucleari...)". E' un testamento pregno dell'amore profondo per la famiglia, per il lavoro e per i colleghi, per la terra strappata. 250 ore di documentazione registrate da due fotogiornalisti, Naomi TOYODA e Masaya NODA, tra i primi giornalisti indipendenti che hanno pubblicato le notizie in diretta da Fukushima, vengono ora presentate edite in un film di 225 minuti.

due registi giapponesi, autori del film "The Will": N. Toyoda /sinistra) e M. Noda
 















Il film, che nei giorni scorsi è stato dato in una sala cinematografica di Tokyo per la prima volta, sta riscuotendo un enorme successo; tant'è che gli organizzatori sono stati costretti ad moltiplicare le proiezioni.

Il sito ufficiale del film: yuigon-fukushima.com (giapponese con una pagina in inglese)
Il sito su Facebook: facebook.com/yuigon.fukushima (giapponese)
Il sito della comitato promotore del progetto: https://motion-gallery.net/projects/yuigon_fukushima (giapponese) 

L'articolo sul film pubblicato sulla prima pagina di Tokyo Shimbun

 

Al Terzo Anniversario 1: da oggi in librerie "Fukushima, L'Anno zero" di Naomi Toyoda

Per quest'anno, al terzo anniversario di Fukushima che cade oggi, l'11 marzo appunto, abbiamo preparato 3 iniziative.

Il primo è "FUKUSHIMA: L'ANNO ZERO" di Naomi TOYODA, fotogiornalista giapponese, che sin dal giorno successivo al tragico giorno di grandi terremoti frequenta assiduamente Fukushima.
Si tratta del primo libro che narra la vita dopo il disastro giapponese fra la gente comune.

Traduzione di Yukari Saito e Marina Forti, pubblicata da Jacabook, ISBN 978-88-16-60504-6
Formato: 29,5x23 Pagine: 160 a colori € 35,00


Prima del disastro dell’11 marzo 2011 alla centrale atomica Fukushima Daiichi, in Giappone un mito veniva propinato ai cittadini come verità. Il mito diceva che un incidente in una centrale nucleare non sarebbe mai potuto accadere, era impossibile. Dopo l’incidente è stato chiamato il «mito della sicurezza».
Poi però il disastro nucleare è diventato una realtà e ha diffuso particelle radioattive in tutto il mondo. Ora, nel mezzo di una situazione irreparabile, in Giappone le forze filonucleari, quelle che hanno continuato a vendere il mito, cercano di diffonderne una nuova variante. Il mito della sicurezza è diventato il «mito della rassicurazione»: «Non vi preoccupate, gli effetti delle radiazioni non sono gravi!».
Così, per favore, non volgete altrove lo sguardo di fronte alle foto di questo libro.
Restate all’ascolto delle voci delle vittime, compresse nel loro dolore: perché non possiamo permettere un nuovo incidente nucleare, non solo in Giappone ma ovunque al mondo.
                                                                                                                              Naomi Toyoda

Chi è Naomi Toyoda:
Nato a Shizuoka nel 1956, è fotoreporter e membro della jvja (Japan Visual Journalists’ Association). Ha pubblicato molti libri sui conflitti in Palestina, Iraq e sullo tsunami ad Aceh, focalizzando la sua attenzione sulla vita dei bambini in queste condizioni limite. Oltre a numerose mostre fotografiche in Giappone, ha ottenuto personali anche presso il Parlamento di Paesi quali Finlandia, Scozia e Belgio e anche presso il Parlamento Europeo.

E oggi, sul nuovo quotidiano "pagina99" (p. 6) Marina Forti pubblica un'intervista realizzata con l'aiuto del Centro di documentazione:


domenica 3 novembre 2013

Peace & Green Boat 2013 - Album fotografico - IX e ultima parte

Ripartita da ShangHai la sera del 25 ottobre l'Arca della Pace riattraversa il Mar Cinese Orientale per ritornare al Porto di partenza a Hakata in Kyushu. (Per i passeggeri coreani, invece, la la crociera continua ancora un giorno fino a Busan).

La sera del 25, abbiamo assistito a una conferenza su un altro tema molto caro al nostro Centro di documentazione: la pena di morte; il titolo era: Va bene mandare al patibolo chi uccide i nostri familiari?
A parlare e' stato il giornalista e regista documentario Tatsuya Mori. Dopo averci fatto vedere un filmato sul sistema penale della Norvegia, poco punitivo che mira al ricupero nella societa' di chi ha commesso un crimine, il relatore l'ha commentato e aperto un dibattito col platea che si e' animato nonostante era a fine di una giornata molto lunga.


 L'ultima giornata, 26 ottobre, si trascorre interamente sul mare; seguiamo una serie di incontri, molto variegati tra di loro: cominciando con un Rakugo (narrazione comica) di Kokontei Kikuchiyo, assistere in mattinata a una conferenza contro nucleare. Nel pomeriggio, invece, partecipiamo a 3 incontri: il primo e' un dibattito sul rapporto tra Corea e Giappone, i due paesi cosi vicini e lontani; il secondo e' un incontro sulla testimonianza di Hibakusha - sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki - di seconda generazione; alla fine si va a sentire un altro dibattito sul rapporto tra Corea e Giappone dove fa parlare soprattutto i coreani di seconda o terza generazioni nati e residenti in Giappone.

Tutto intrinsecamente legato a "Peace & Green Boat", viene condotto delle due ong organizzatrici, giapponese e coreana, con la preziosa assistenza linguistica dei Communication coordinators.

Per ora, ci limitiamo ad allestire una manciata di foto piu' rappresentative.
 
Kokontei Kikuchiyo si esibisce in giapponese e in coreano

Incontro 'Basta Nucleare, no grazie all'acqua contaminata!'
 tra i relatori: Masashi Goto (ex progettista di NPP Hitachi), Hiroko Uehara (segretario generale dell'alleanza dei sindaci per l'uscita dal nucleare), Kim Jung Uk (Seoul University Emeritus Professor) 



immagine del gruppo della quinta edizione di Peace & Green Boat che visita una centrale nucleare coreana






 Tramandare le testimonianze dei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki - il compito della seconda generazione di Hibakusha: Chizuko Kado 
 





 








L'albero di stelle: i passeggeri scrivono una frase su come vuole o intende realizzare una convivenza pacifica e comprensione reciproca tra i due popoli. L'albero, inizialmente uno solo e' stato moltiplicato  in 3: sembra che si aspettino un'annata buona.
  

 







Il dibattito sul rapporto tra i due paesi e' stato molto animato.
Una delle domande poste al pubblico: secondo te, Giappone e Corea riescono a stabilire un rapporto armonioso?

Non pochi l'hanno subito contestato: ma che razza di domanda fate? Non siamo gia' in un ottimo rapporto?
Una sensazione, tuttavia, condivisa da molti: il rapporto e' piuttosto buono finche' resta personale, tra individui a prescindere dall'appartenenza nazionale; quando subentra lo Stato, il discorso si complica e avverena i rapporti. 
Ma, questo non e' mica una novita'; solo che non pochi non ne sono consapevoli.